Famiglia fa la spesa

Pasquale Arrichiello

Un particolare scontrino emesso da un supermercato di Napoli suscita l’ira del consumatore

Napoli è una delle capitali del cibo a livello mondiale, non è solo famosa per la straordinaria pizza, ma anche per una serie praticamente infinita di specialità culinarie, sia dolci che salate. La città è infatti famosa anche per i piatti tradizionali come la “genovese”, il “ragù napoletano”, la pizza fritta, ed anche per i suoi incredibili formaggi, come la ricotta e la mozzarella. In città esistono numerosi bar storici che permettono anche di degustare le incredibili sfogliatelle, ed il buonissimo caffè che è difficilmente imitabile altrove.

Il mondo di oggi però è sempre più veloce ed in movimento, anche in una città dove tutto scorre più lentamente come Napoli, infatti, capita sempre più spesso che durante una breve pausa pranzo un lavoratore decida di recarsi al banco del supermercato per il pranzo e non in una trattoria o addirittura in un ristorante, che sono, tra l’altro, inevitabilmente più costosi. La storia che vogliamo raccontare oggi si svolge proprio in un supermercato napoletano, dove un cliente è stato “vittima” di un trattamento a suo dire ingiusto e scorretto, approfondiamo insieme la questione di seguito.

Reparto frutta di un supermercato
Reparto frutta di un supermercato-Pixabay-pexels.com

Lo scontrino emesso dal supermercato

Ormai situazioni del genere sono sempre più comuni, dall’inizio dell’estate decine e decine di scontrini sono finiti su internet per una serie di voci “particolari”, richiesta di denaro per dividere un toast, soldi extra per richiedere un piattino in più per dividere la portata, e così via. I telegiornali parlano infatti ormai di “scontrini folli” che sono sempre più diffusi in tutta Italia. La storia che voglio raccontare oggi segue esattamente questo filone, approfondiamo il discorso.

Chi lavora vicino ad un supermercato che permette di consumare il pranzo al banco spesso si reca in questi luoghi, è economico, pratico, ed anche più veloce di un pranzo in un ristorante. La comodità sta anche nel fatto che è possibile mangiare a tutte le ore del giorno e non solo quando il ristorante in questione è aperto, e, inoltre, ricordiamo che questi supermercati, soprattutto se di grandi dimensioni e molto forniti, consentono ai clienti anche di acquistare in loco pizze, panini, focacce, e primi o secondi piatti. Nel caso in questione, un cliente, sceglie di acquistare un’insalata di riso, ma il punto della questione non sta nel costo del piatto bensì in quello delle posate.

Una giovane ragazza fa la spesa in supermercato
Una giovane ragazza fa la spesa in supermercato-Anna Shvets-pexels.com

L’ira del cliente

Il cliente del supermercato, come dicevo in precedenza, si lamenta per una particolare voce presente nello scontrino, l’addebitamento del costo delle posate di plastica e del tovagliolo incluso. Stando all’uomo, infatti, far pagare 50 centesimi per le posate in plastica è un qualcosa di errato in quanto nella stragrande maggioranza dei casi vengono offerte dal gruppo, azienda, che offre questo tipo di servizio.

L’uomo non ha gradito il trattamento ed ha pubblicato, come ormai sempre più spesso accade, lo scontrino sul web. Il supermercato fa parte di una nota catena presente in tutto il paese, e molto probabilmente, quindi, quella di far pagare le posate non è stata una scelta del supermercato napoletano in questione bensì una decisione presa dall’alto a cui i gestori dei singoli supermercati devono semplicemente sottostare.