Per contrastare l’aumento dell’inflazione la Banca Centrale Europea ha avviato una frequente serie di incremento dei tassi di interesse di riferimento che, come risultato, ha condotto ad un incremento dei costi del denaro e – di conseguenza – alle rate mensili dei mutui a tasso variabile.
Ma di quanto sono aumentati i mutui? E, soprattutto, che cosa possiamo fare per limitare i danni eccessivi di questo costante incremento, nell’attesa che la serie di rialzi giunga alla fine?
Abbiamo cercato di riassumere le principali azioni che possiamo porre in essere, nell’auspicio che possano essere utili a qualche nostro lettore.
Quanto sono aumentati i tassi e le rate dei mutui
Dal mese di luglio 2022 i tassi di interesse dei mutui sono aumentati di 400 punti base, passando da un valore prossimo allo zero al 4%. Ne deriva che l’impatto diretto sulle rate dei mutui è stato più che notevole, con un incremento rapido del costo del denaro che ha messo in grave crisi molte famiglie, oramai impossibilitate a restituire il capitale preso in prestito rispettando il piano di ammortamento concordato.
Per esempio, un mutuo di 150.000 euro stipulato per una durata di 20 anni, negli ultimi 12 mesi ha visto un incremento del 63% o, in termini assoluti, di ben 325 euro. Con un altro esempio chiarificatore, si consideri che una rata di un mutuo da 140.000 euro, con scadenza di 25 anni, è passata da meno di 500 euro a circa 750 euro.
Cosa succederà nei prossimi mesi
Dopo gli ultimi incrementi, è possibile che la Banca Centrale Europea possa decidere di approcciare a una pausa dei rialzi dei tassi più o meno prolungata, considerato che l’impressione è che si sia effettivamente arrivati a un plateau, o si sia comunque in procinto di giungervi.
Dunque, forse il picco del tasso BCE è realmente prossimo, e lo stesso si potrebbe anche dire del vero parametro di indicizzazione dei tassi variabili per i mutui, con gli esperti che sostengono che il top dell’Euribor a 3 mesi sia oramai vicino e che già da gennaio 2024 i tassi di mercato inizieranno a diminuire in modo costante, con l’Euribor a 3 mesi intorno al 3,42% nel giugno 2024.
Come proteggersi dall’aumento delle rate
Insomma, per i mutuatari a tasso variabile la situazione è tutt’altro che semplice: le rate dei loro finanziamenti sono cresciute in modo significativo e forse cresceranno ancora per un po’. In ogni caso, la discesa sarà molto lenta e, dunque, per i mutuatari a tasso variabile tutto questo significa rassegnarsi a dover fare i conti con rate piuttosto importanti ancora a lungo.
Tuttavia, non sono pochi gli strumenti che i mutuatari possono adottare per cercare di contenere i danni dall’incremento dei tassi.
In primo luogo, è sempre possibile valutare l’opzione della surroga, passando così da un mutuo a tasso variabile a un mutuo a tasso fisso o misto. La surroga permette infatti di congelare il valore della rata per i prossimi mesi, garantendo una maggiore stabilità finanziaria.
In alternativa, è possibile rinegoziare il mutuo con l’attuale banca, chiedendo di passare a un tasso fisso o a un tasso misto con protezioni come il cap. Con l’occasione si può anche scegliere di rinegoziare altre condizioni contrattuali come la durata del piano di ammortamento residua: un allungamento potrebbe infatti abbassare significativamente la rata, rendendola più facilmente fronteggiabile.