Luca Petrone

Agenda 2030, in cosa consiste l’Obiettivo 15? Scopriamolo insieme

Partiamo dalle basi, che cosa si intende quando si parla di sostenibilità?
 Abbiamo tutti sentito parlare più volte di questo argomento, probabilmente in concomitanza con la giovane Greta Thunberg, attivista svedese che ha infuenzato generazioni facendo nascere un vero e proprio “Effetto Greta” ovvero il mobilitarsi di una grande fetta delle nuove generazioni con manifestazioni e scioperi di ogni. 

Facilmente intuibile è che la situazione attuale è condizionata dalla gestione (o forse meglio dire “non gestione”) delle generazioni passate. Tematiche come il cambiamento climatico, protezione delle foreste, arresto della perdita della biodiversità dovrebbero essere tra le più discusse e prese in considerazione per non arrivare ad un punto di non ritorno.

energia rinnovabile-pixabay-Pexels.com

Come essere sostenibili?

L’Ente mondiale che si occupa di proporre soluzioni a tutto questo è l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Nel 2023, l’Onu ha comunicato 17 obblettivi di sviluppo sostenibile, conosciuti anche con il nome di 17 Goals, in un documento chiamato Agenda 2030. Oggi esploreremo l’Obiettivo 15.

Obiettivo 15 dell’Agenda 2030

L’Obiettivo 15 rappresenta un impegno di grande portata per preservare gli ecosistemi. Prima di tutto, si propone di tutelare, ripristinare e favorire l’utilizzo sostenibile degli ambienti naturali, con particolare attenzione agli ecosistemi di acqua dolce e all’entroterra. Ciò implica la salvaguardia dei servizi ecosistemici in conformità con gli accordi internazionali.

Il secondo aspetto si focalizza sulla promozione e gestione sostenibile di tutte le tipologie di foreste, con particolare attenzione a ridurre la desertificazione e a recuperare le aree boschive attraverso pratiche di riforestazione e rimboschimento.

Il terzo punto riguarda il recupero di suoli degradati e di terre colpite da eventi come la siccità o le inondazioni.

Il quarto obiettivo mira a garantire entro il 2030 la conservazione degli ecosistemi montuosi, includendo la biodiversità che li caratterizza.

Il quinto punto enfatizza l’importanza di azioni immediate per proteggere gli ambienti naturali e contrastare la perdita di biodiversità, con particolare attenzione alle specie a rischio.

Il sesto aspetto cerca di creare e assicurare una distribuzione più equa dei benefici derivanti dalle risorse genetiche, promuovendo al contempo un accesso più equo a tali risorse.

Nel settimo punto, si sottolinea l’urgenza di agire concretamente contro il bracconaggio e il traffico illegale di specie protette di flora e fauna.

L’ottavo punto si concentra sulla prevenzione e l’arresto dell’introduzione di tutte quelle specie che sono invasive che potrebbero minacciare gli ecosistemi.

Infine, il nono aspetto propone di integrare i principi di ecosistema e biodiversità nei progetti nazionali e locali, nonché nei processi di sviluppo, nelle strategie e nei report per la riduzione della povertà.

la deforestazione-Zoran Milosavljevic- Pexels.com

Come raggiungere questi obiettivi?

Per raggiungere tali obiettivi, è essenziale mobilitare consistenti risorse economiche da diverse fonti ed investire nella gestione sostenibile delle foreste. È anche fondamentale ricordarsi che il poter attuare riforme, pratiche e attività di sostenibilità è un privilegio che spesso solo i paesi più sviluppati dell’occidente e dell’Asia possono permettersi. Quindi, è di vitale importanza, se si vuole avere un impatto a livello globale e fare davvero la differenza, di fornire incentivi adeguati ai paesi in via di sviluppo affinché possano anch’essi adottare pratiche sostenibili per la conservazione degli ecosistemi. Inoltre, è cruciale rafforzare il supporto globale nella lotta contro il bracconaggio e il traffico illegale di piante e animali protetti.

Il bracconaggio è un’attività illegale che coinvolge la caccia e la cattura illegali di animali, spesso con atti a dir poco crudeli. Le pratiche includono l’abbattimento per scopi puramente gastronomici, la cattura di animali protetti, la cattura di uccelli e mammiferi per il commercio illegale, e l’abbattimento di animali per l’imbalsamazione e il commercio. In Italia, le regioni principali coinvolte sono le valli bresciane e bergamasche, il Delta del Po, il triangolo Toscana-Marche-Romagna e la Sicilia. Nel 2017, i Carabinieri CITES hanno effettuato controlli che hanno portato al sequestro di migliaia di animali e al rilevamento di oltre 100 illeciti penali e 80 amministrativi. Nel mondo, il bracconaggio si estende fino ad animali protetti come tigri ed elefanti ed è una pratica pericolosa ma purtroppo in attività da secoli.